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Visualizzazione dei post da novembre, 2021

Counseling Scolastico ed Educativo

Il Counseling Scolastico ed Educativo è una pratica molto diffusa nel mondo anglosassone, che si va progressivamente affermando anche in Italia nelle scuole di ogni ordine e grado. Generalmente prevede l’istituzione di uno Sportello Counseling, tenuto da un docente Counselor che si è formato presso una scuola di specializzazione per almeno tre anni di seguito.  Esso si estrinseca in una relazione di aiuto che si rivolge a tutti gli utenti del mondo scolastico, intesi come comunità: alunni, compresi i bambini sin dalla più tenera età; genitori; docenti; dirigenti scolastici e personale ausiliario della scuola. È una pratica che ha come scopo il miglioramento di tutte le relazioni scolastiche e familiari dei giovani utenti, facenti parte della comunità. Difatti, i primi fruitori del servizio sono evidentemente i ragazzi. E secondariamente anche i docenti, i genitori degli alunni e la dirigenza, chiamati in causa come figure di riferimento, presenti e protagoniste nel percorso educativo d

Il Counseling

Breve Introduzione Sono un’insegnante liceale di ruolo di Storia e Filosofia appassionata del lavoro che faccio, con felicità e gioia, per la grande carica emotiva che ogni giorno i miei alunni sanno regalarmi. Perché stare in mezzo ai giovani è l’esperienza più bella e arricchente che si possa fare nella vita. Sono anche madre di due ragazzi meravigliosi. Ed è forse anche un po’ per questo che, dopo aver cresciuto i miei figli, ho scelto di rimanere nel mondo della scuola, per continuare a condividere l’emozione di stare con e tra i giovani, future classi dirigenti del nostro paese. Il mio vissuto di mamma e di docente, oltre che di figlia che è stata per anni molto impegnata nella cura di una madre anziana e bisognosa di attenzioni continue e costanti, non mi ha fatto però dimenticare di essere una donna completa, ancora alla ricerca di una stabilità affettiva e sentimentale, che rincorro e che non voglio perdermi. Per le oggettive condizioni del mio vivere ad un certo punto ho senti

Il Counseling Breve

Il Counseling Breve orientato all’azione 1.1 Il Counseling come relazione d’aiuto Il counseling è una pratica di consulenza psicologica, proveniente dall’insegnamento di Carl Rogers, psicologo statunitense, noto per la terapia non direttiva, centrata sul cliente che fu il primo ad introdurre il termine nel 1951. Sempre più diffuso negli ultimi anni, anche in Italia, il counseling è fondato su un approccio clinico, orientato al dialogo interattivo e partecipante, di tipo assertivo, tra un terapeuta-consulente e il suo paziente-cliente. Le strategie della consulenza psicologica superano la tradizionale analisi psicoanalitica freudiana, basata sul racconto emotivo dei vissuti e del passato, nelle sue espressioni patologiche e traumatiche, e vanno ad affrontare direttamente il cuore dei problemi, per tentare una loro risoluzione attraverso il problem solving e l’orientamento all’azione e al successo. Spesso una terapia analitica dell’inconscio richiede anni di trattamento e di indagine per

Scrittura creativa

Si dice che la prima forma di terapia per tutti i disagi psichici sia la parola. Già Socrate, col dialogo maieutico, sosteneva che la verità è qualcosa che si partorisce dall’animo, interloquendo con l’altro. La terapia clinica in psicologia utilizza il dialogo come mezzo e strumento diagnostico e terapeutico. Perché il trauma psichico risiede nelle cose non dette, nelle emozioni non verbalizzate che, spesso, costituiscono dei problematici nodi emotivi, difficili da sciogliere. Insomma bisogna parlare, sfogarsi, raccontarsi agli altri. Quando, poi, si tratta di noi, della nostra intimità, è bene scegliere la persona con cui confidarci, sulla base della fiducia reciproca. Un genitore, un maestro, un prete, possono costituire le figure di riferimento tradizionali. Ma si può avere anche un amico, cui raccontare se stessi. Quando questi punti di riferimento sono assenti, la solitudine crea il problema. Ed accade molto più frequentemente di quanto si pensi, che anche persone adulte abbiano

Arteterapia

Il counseling espressivo, o art counseling, è un tipo di relazione d’aiuto che utilizza la creatività, il gioco, il movimento. Come altre forme di arteterapia, il counseling espressivo valorizza la comunicazione analogica e non verbale. La sessione di counseling espressivo può essere sia individuale che di gruppo. Il terapeuta incoraggia il paziente, o i pazienti, a esprimersi attraverso la creazione di un oggetto, e a tradurre le sue emozioni nella lingua del fare. Attraverso l’espressione artistica – un’immagine, una scultura, una danza, un racconto, le forme sono le più varie – possono riemergere anche i pensieri e i desideri più profondi, che la psiche aveva rimosso. Non solo il colore e il disegno sono strumenti di crescita, ma anche il gioco, la musica, la danza, il movimento creativo, l’espressione corporea, la fotografia, le immagini, la drammatizzazione, le rappresentazioni teatrali. La mia personale esperienza, contratta nell’ambito del counseling espressivo e dell’arteterapi

Ascolto attivo

Attenzione rivolta alla relazione. L'ascolto attivo ed empatico prevede che il Counselor, al momento della seduta, si metta a completa disposizione del cliente, guardandolo mentre parla e racconta la sua storia, e astenendosi anche dal prendere appunti, che potrà aggiornare in un momento successivo, mai nel corso dell'incontro. Assolutamente vietato è l'uso del cellulare per rispondere alle chiamate scritte o vocali, e qualunque altro comportamento che possa turbare la concentrazione di entrambi gli interlocutori, la cui attenzione deve essere rivolta unicamente alla relazione.

Valorizzare il silenzio

Apprendere a stare in silenzio. Il silenzio aiuta a guardarsi dentro. Ed è da dentro che affiora la verità, come diceva Socrate, esortando a tornare in se stessi, per far sgorgare il vero dall'animo. Il cliente che vuole praticare la relazione d'aiuto deve affidarsi prima di tutto a se stesso, facendo vuoto, per riconoscere il problema. Potrà così essere compreso dal Counselor, che gli deve offrire una prospettiva d'azione e di cambiamento.

Mantenere il segreto

Il Counselor è obbligato al segreto professionale. Come tutti gli altri professionisti dell'ascolto, medici, psicologi, psichiatri, e docenti, anche il Counselor è tenuto a rispettare il segreto professionale su quanto viene a sapere nell'esercizio della relazione d'aiuto. Affidarsi al Counseling vuol dire perciò anche proteggere la propria privacy, perché, a differenza dell'amico personale, il professionista non può andare a raccontare in giro ciò di cui è venuto a conoscenza nell'arco temporale degli incontri.

Non giudicare

Il Counselor deve astenersi dal giudizio. Uno degli elementi fondamentali dell'ascolto attivo ed empatico del Counselor è l'astensione dal giudizio. Nel corso dei primi incontri, egli "si limita" ad accogliere il vissuto del suo cliente, in silenzio e senza interferire con pareri personali e giudicanti.

Il Counselor è un professionista dell'ascolto

Ascoltare è accogliere l'altro indiscriminatamente. Il Counselor deve essere un professionista dell'ascolto. Egli accoglie il suo cliente senza imporsi a lui, ma lo accetta indiscriminatamente per ciò che è e per quanto gli racconta, in silenzio e senza giudicarlo. 

Saper ascoltare

Il fondamentale ruolo dell'ascolto. Una delle dimensioni più importanti del Counseling, in quanto relazione d'aiuto, è quella dell'ascolto. Il suo ruolo risulta fondamentale, sia perché sapersi ascoltato permette al cliente di verbalizzare e sciogliere la sofferenza, sia perché è di supporto alla definizione del problema.

Il ruolo del Counselor

Il Counselor ha un ruolo maieutico di aiuto nel parto della verità. Spesso, anche solo raccontando a qualcuno l'evento che è causa di sofferenza si fa chiarezza dentro di sé. Altre volte è necessario poter contare sull'aiuto di una persona di fiducia. Il Counselor svolge proprio questo ruolo maieutico, di parto del dolore, che rintraccia la verità. La definizione del problema, in quanto tale, ha in sé già un potente effetto terapeutico sulla psiche del cliente.

Risolvere il problema

Il Counseling aiuta ad affrontare le situazioni problematiche. La pratica del Counseling scioglie i nodi psichici che, non risolti nell'immediato, potrebbero essere causa di sofferenza e disagio futuri. La prima forma di terapia per la cura dell'anima, e anche la più antica in ordine di tempo, è il dialogo. Quando esiste una situazione che crea imbarazzo è necessario verbalizzare attraverso la narrazione. 

Formare l'abitudine al dialogo

Il dialogo è un'attitudine che va educata. Non tutti sono naturalmente predisposti al dialogo. Alcuni sono più estroversi, ma altri avranno una maggiore difficoltà ad aprirsi per relazionarsi. L'abitudine al dialogo è un'attitudine che va educata e formata. Bisogna maturare la pazienza per mettersi in gioco, l'umiltà per farlo effettivamente, e la capacità di volersi autoeducare nel confronto e nella relazione.

Mettersi in gioco

Ed essere umili. Riconoscere di avere un problema è un atto di umiltà. Ma esprime anche la capacità di mettersi in gioco con se stessi e con gli altri, ed è una disponibilità che non appartiene a tutti. Molti, pur avendo dei problemi, si rifiutano di parlarne e di condividerli. Ma senza aver prima maturato l'abitudine al dialogo non si può iniziare un percorso di Counseling.

Riconoscere i falsi problemi

Ed essere sinceri con se stessi prima che con gli altri. Bisogna interrogarsi a fondo sulla natura del problema. Spesso, difatti, si attribuisce il disagio ad un falso problema, per non raccontarsi il vero qual è. Essere sinceri con se stessi, ma anche imparare a leggersi dentro è utile ad intravedere la reale natura della causa del malessere. Perché da lì è necessario ripartire.

Individuare il problema

Se c'è un disagio esiste un problema. Il passo fondamentale per cominciare a lavorare bene sul Counseling è individuare il problema. Se si vive un disagio è ovvio che esiste anche una sua causa. E se si vuole eliminare il disagio è necessario agire sulla causa che lo ha determinato. Individuare il problema è perciò un passo imprescindibile ed indispensabile. 

Attenzione al cambiamento

Fare sempre le stesse cose non premia. Bisogna saper variare atteggiamento, soprattutto quando le azioni già sperimentate non hanno favorito il raggiungimento dell'obiettivo previsto. Il Counseling predispone al cambiamento, per facilitare la sperimentazione di nuove modalità pragmatiche che potrebbero favorire la soluzione positiva del problema.

Progettare l'azione

Dopo aver immaginato il futuro è indispensabile pensare l'azione. Il Counseling è una pratica che, nell'intento di risolvere il problema, valorizzando le risorse individuali, si impegna a pensare il futuro, progettando l'azione che favorirà il cambiamento.

Pensare il futuro

Il Counseling è orientato al presente e progetta l'azione. Una differenza fondamentale tra l'approccio psicoterapico e il counseling è l'orientamento al futuro, piuttosto che al passato. La terapia analitica si fonda sul ricordo ed il suo sguardo terapeutico è rivolto indietro. Il Counseling è invece orientato al presente, al qui e ora. Ed immagina attivamente il futuro, progettando l'azione.

Valorizzare le potenzialità

Le risorse vanno riconosciute e valorizzate. Dopo aver individuato i punti di forza, le cosiddette risorse, è necessario valorizzarle, per rinforzarle nei comportamenti. La promozione degli atteggiamenti che portano al successo personale e professionale è un lavoro fondamentale, utile a saper orientare le energie, senza disperderle, per puntare direttamente all'obiettivo.

Mettere in campo le risorse

Pensare le eccezioni. Un primo passo per individuare le risorse personali da mettere in campo consiste nel pensare alle eccezioni. Quando il problema che sto vivendo non si è presentato? Cosa ho messo in gioco perché fosse così? Ricostruire la situazione serve a comprendere quali sono i punti di forza sui quali è necessario fare affidamento. 

Individuare i punti di forza

Le risorse individuali sono un patrimonio personale ed unico che ci appartiene. Dopo aver chiarito il problema, causa del malessere e del disagio, è necessario puntare alle risorse individuali. Ciascuno ne ha. Bisogna soltanto esplicitarle per metterle in gioco e cominciare a crederci.

Interrogarsi per conoscersi

Farsi domande vuol dire scendere a fondo nella propria coscienza. Conoscersi intimamente. Perciò quando il Counselor chiede e interroga il cliente, sonda e scandaglia l'animo del suo interlocutore, per costringerlo a rispondere individuando il problema, causa del disagio e del malessere.

La domanda

Il Counseling si fa domande. E condivide con la filosofia anche l'interrogarsi. Il Counselor non smette di domandare al suo cliente finché non si arriva insieme alla definizione del problema. Ciò nella convinzione che spesso la gente si assilla con false motivazioni nascondendosi quelle che sono poi le vere cause del malessere.

Prevenire piuttosto che curare

Il Counseling previene la patologia. Piuttosto che curare il disagio, il Counseling lo tratta per evitare l'insorgere della malattia. In questo modo si preferisce prevenire piuttosto che curare.

L'attenzione al presente

Il Counseling si sofferma all'oggi. Non disperde inutili energie per rimestare su ciò che non è più, ma tratta la dimensione del presente, per esaminare i nodi problematici, e scioglierli definitivamente, prima che su di essi si possa innescare il disagio patologico.

Lasciar andare

Il Counseling libera dal passato. Come le foglie d'autunno, che si lasciano cadere a terra perché morte, il Counseling lascia andare il passato, per liberarlo.

Il Dialogo Socratico

Il Counseling si fonda sulla pratica del Dialogo Socratico. Il Dialogo Socratico, o maieutico, indaga la natura della psiche per giungere alla verità. Allo stesso modo il Counselor domanda al cliente qual è il motivo che lo ha spinto a rivolgersi a lui, per identificare il problema iniziale che ha poi determinato il disagio.